Nell’epoca in cui la tecnologia permea ogni aspetto delle nostre vite, è fondamentale assicurare che i nostri figli possano godere di un ambiente online protetto, in grado di schermarli da possibili rischi, dalla disinformazione ai contenuti illeciti.
Il Digital Service Act (DSA) (se ti sei pers* l’articolo relativo clicca qui) rappresenta una risposta concreta a questa esigenza, introducendo obblighi proporzionati alle dimensioni delle piattaforme e promuovendo una cultura di prevenzione dei rischi sistemici.
In questo secondo articolo dedicato al tema, ci concentreremo sull’impatto del Digital Service Act sulla protezione dei minori nell’ambiente digitale. Esploreremo in che modo questo nuovo quadro normativo promuova una maggiore sicurezza e quali obblighi graveranno sulle piattaforme online.
È giunto il momento di trasformare il futuro digitale dei nostri giovani navigatori, poiché sta vivendo un miglioramento tangibile grazie agli sforzi congiunti per creare un ambiente online sicuro e su misura per loro.
Pront* a iniziare? Scopriamolo insieme!
Partiamo col dire che questo nuovo regolamento è fondamentale per stabilire linee guida per specifici codici di condotta.
Tali codici mirano a mitigare i rischi associati ai contenuti illegali, spesso attraverso accordi tra aziende e regolamentazioni più stringenti.
È fondamentale valutare come questi rischi possano impattare la società e la democrazia, in particolar modo tra i minori, attraverso la diffusione di notizie false o la manipolazione delle informazioni.
In particolare, alle grandi aziende tecnologiche che gestiscono siti web e motori di ricerca viene richiesto di affrontare importanti questioni suddivisibili in quattro categorie:
- Rischi legati alla diffusione di contenuti illegali, come materiale pedopornografico o forme illecite di incitamento all’odio.
- Effetti attuali o potenziali del servizio sui diritti fondamentali garantiti dalla carta, inclusi i diritti dei minori e la tutela dei consumatori.
- Impatti effettivi o potenziali sui processi democratici, il dibattito civico e la sicurezza pubblica.
- Impatti negativi che i siti web e i motori di ricerca possono avere sulla salute individuale, specialmente quella dei bambini.
Le Big Tech hanno ora la possibilità di implementare tali codici di condotta al fine di mitigare i rischi.
Ciò si allinea al desiderio del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea di promuovere un ambiente online sicuro.
Emergono l’importanza di regole simili a quelle dell’ambiente offline per contrastare i contenuti illegali online, tra cui la divulgazione di immagini di abusi sessuali su minori e altre pratiche illecite.
Inoltre, per promuovere il miglior funzionamento del mercato e la sicurezza di Internet, il testo del DSA sottolinea l’importanza di stabilire regole chiare per le aziende che forniscono servizi online, con particolare attenzione a consumatori, bambini, giovani e individui vulnerabili.

Oltre all’obiettivo di preservare i diritti fondamentali, queste regole mirano a incentivare le aziende ad assumersi le proprie responsabilità.
Ciò garantirà una maggiore rappresentanza per gli utenti e agevolerà il monitoraggio da parte delle autorità.
Nel panorama digitale, le imprese che forniscono servizi online per i più giovani giocano un ruolo cruciale nell’assicurare un ambiente sicuro. Accettare le proprie responsabilità non solo è conforme alle norme, ma contribuisce anche a creare spazi digitali sicuri e protetti. Questo impegno non solo tutela i giovani utenti, ma plasma anche un ambiente digitale più affidabile e sicuro.
Quindi, cosa stabilisce il regolamento Digital Service Act per quanto riguarda la protezione dei bambini nell'ambiente online?
Il Digital Service Act stabilisce che coloro che gestiscono siti o app principalmente rivolti ai bambini devono:
- Fornire spiegazioni chiare e comprensibili ai bambini sulle regole da rispettare (Articolo 14, Termini e Condizioni, punto 3)
- Garantire che i bambini possano fruire del servizio in un ambiente sicuro e protetto. Questo sarà possibile adottando misure adeguate che preservino la privacy e la sicurezza dei bambini durante l’utilizzo dei servizi online. (Articolo 28, Protezione online dei minori, punto 1)
- Proteggere i bambini da pubblicità indesiderate o inappropriate (Articolo 28, Protezione online dei minori, punto 2)
- Evitare la raccolta eccessiva di dati personali con l’unico scopo di stabilire l’età degli utenti. (Articolo 28, Protezione online dei minori, punto 3)
- Condurre un’analisi dettagliata dei potenziali rischi connessi alla prestazione dei servizi. (Articolo 29, Analisi del rischio, punto 1)
- Adottare misure specifiche per garantire la sicurezza e la protezione dei minori in rete, rendendo l’ambiente online più sicuro e adatto per i minori. (Art. 35, Attenuazione dei rischi)

La tutela dei minori è ora un obiettivo politico rilevante nell'Unione Europea.
I servizi online dovranno riflettere con attenzione sulla loro capacità di influenzare diritti fondamentali, come la libertà di espressione, la privacy e la tutela dei dati.
Rischi come l’uso di algoritmi sofisticati o l’abuso dei servizi dovranno essere attentamente valutati, soprattutto nell’ottica dei minori.
Nell’ottica dei minori, le piattaforme principali e i motori di ricerca dovranno iniziare a valutare se i bambini sono in grado di comprendere il funzionamento del servizio e se ciò che visualizzano potrebbe arrecare loro danno.
Ad esempio, se il design del sito sfrutta in modo deliberato o accidentale le vulnerabilità dei bambini, utilizzando dark pattern, o li rende dipendenti.
Alla fine, le importanti aziende che gestiscono siti web e motori di ricerca dovranno considerare ciò che è più opportuno per i bambini.
Tra le righe del testo del DSA si legge chiaramente che il benessere psicofisico dei bambini è molto più importante del profitto delle aziende che creano servizi per loro.
Se i servizi sono pensati per i bambini o sono molto usati da loro, è importante che siano di facile utilizzo, con possibilità esplicite di richiesta di aiuto in caso di necessità, e, ovviamente (?) che presentino contenuti adatti al loro normale sviluppo.
Altro tema fondamentale che ci ha fatto pensare più volte che i profitti di un’azienda fossero ben più importanti della salute delle nuove generazioni: la pubblicità.
Viene ora richiesto un controllo più rigoroso per garantire che la pubblicità non sia fuorviante o dannosa.
Le principali piattaforme e i motori di ricerca di vasta portata dovranno rendere facilmente accessibili i dettagli delle pubblicità che diffondono e agevolarne la supervisione.
In questo modo si punta all’eliminazione di pubblicità false o manipolative che possono influenzare la salute pubblica, la sicurezza e le discussioni online.

Il Digital Service Act rappresenta una mossa audace e necessaria che impone obblighi rigorosi alle grandi aziende tecnologiche.
Attraverso linee guida e codici di condotta, il DSA mette a nudo rischi nascosti e obbliga le aziende a confrontarsi con l’impatto delle loro operazioni sulla salute mentale e la dignità dei giovani utenti.
Il DSA pone le basi per un cambio di rotta che spetta a noi tutti plasmare. Siamo chiamati all’azione, a trasformare il mondo digitale da un luogo di rischi in un’opportunità di crescita sicura.
Siamo gli artefici di questo cambiamento e mentre il Digital Service Act segna il punto di partenza, siamo noi a tracciare la rotta verso un mondo digitale in cui i nostri figli possono esplorare, imparare e prosperare, senza compromessi.
Fonti e bibliografia
- Il pacchetto sulla legge sui servizi digitali
- Testo integrale del regolamento (in italiano)
- Digital Services Act: cos’è e cosa prevede la legge europea sui servizi digitali (Agenda Digitale)
- Cosa prevede il Digital Services Act dell’Ue e cosa rischiano le Big Tech che non si adeguano (La Repubblica)
- Il Digital Services Act entra in vigore: come Facebook, TikTok, Google e le altre Big Tech si adeguano alle nuove regole Ue (Corriere della Sera)
- Digital Service Act (Wikipedia)
L’ottimizzazione della SEO e della scorrevolezza di alcuni paragrafi dell’articolo sono stati affidati a ChatGPT 3.5. Il tempo e l’esperienza mi diranno se ho fatto bene 🙂